La nostra vita sia come quella del loto,
A proprio agio in acque torbide.
Ci inchiniamo alla vita così com’è.
Questi versi, di antica saggezza zen, hanno il semplice scopo di ricordarci che il nostro atteggiamento mentale è fondamentale per affrontare le avversità della vita.
L’Embodiment può essere di grande aiuto per consentire a chiunque di immergersi nel qui e ora attraverso lo strumento più potente che abbiamo: il corpo.
Ma tutto questo parlare di corpo, tutte queste spinte che arrivano da ogni dove e ci ripetono: "ascolta il tuo corpo!", "lascia spazio al corpo!", "ascoltati!" dove ci vorranno condurre?
Il fine ultimo, oltre alla salute psico-fisica, è acquisire un elevato grado di padronanza di se stessi. Una padronanza talmente grande da permetterci di vivere a nostro agio anche quando le acque si fanno scure e fangose, anche quando la vita e gli eventi che la caratterizzano indurrebbero a perdersi.
Essere padroni e padrone di se stess* significa osservarsi, ascoltarsi profondamente e riconoscere i propri bisogni: accorgersi se qualcosa ci è troppo "stretto", se le azioni sono limitate, se le scelte che prendiamo sono nostre o sono indotte; ci aiuta a sapere se e come metterci a "debita distanza" da persone o situazioni, pur continuando a “nuotare” in acque agitate.
Essere embodied ci permette di scegliere, di restare in ascolto profondo di noi stessi, e di noi stessi in relazione al mondo, un potere che - soprattutto in questi tempi - vale la pena di non dare per scontato!
Essere in piena padronanza di sé è il contrario dell'egoismo, è essere disponibili e aperti, perché nell'autenticità è più facile predisporsi all'ascolto.